Life and other distractions di Alessandra Pasqua

 

Tu mi chiedi di sacrificarti il verde / di sacrificarti il rosso e il blu / perché tu abbia tra le dita il giallo oro. / Ma sulle facce della tua moneta / non brillerà mai la luce del sole. / Non potrai comprare che la tua morte. / Io non rinuncio a un solo filo d’erba. / Nemmeno un papavero ti cederò. / Per ogni volta che sceglierai il dolore / io sceglierò ancora il colore.

Davide Cortese 

 

 

Life and other distractions
(La vita consumata)
Alessandra Pasqua, La Porta Blu Roma, 20.05.2023

“Adesso mi interrogo su dove mi pongo come essere vivente e come umana. Acquisisco infine discernimento
rispetto alle credenze con cui sono cresciuta, che mi hanno spinto a dedicare il tempo all’utilità, a consumare, ad
accumulare. Non ho avuto consapevolezza di quanto il desiderio ripetuto di oggetti fosse dannoso finché, aperti gli
occhi, ho visto l’umanità rumorosa, invadente.
I colori acrilici dai toni accesi o i glitter gioiosi, che ho scelto di usare, la natura agghindata, i rosa bambola attraenti,
insistenti, disturbanti, tutto ciò rappresenta per me in maniera accurata questa invadenza. Materiali e colori che
non si trovano in natura e che emergono qui da sottoterra. L’antropizzazione che è diméntica della terra.
In un’epoca dove il concetto di provvisorietà è divenuto un paradigma esistenziale, plasmiamo la futura umanità
agli oggetti di consumo, nello stesso modo in cui vogliamo modellare anche la terra. Viviamo e trasmettiamo alle
future generazioni quella urgenza interiore che ci portiamo dentro ogni giorno, le gabbie che noi umani mettiamo
a tutto ciò che ci circonda, inclusi noi stessi. Produrre. Così ci lasciamo dietro i relitti di una società, i resti e le radici
degli alberi tagliati. La nostra casa tagliata.
C’è qualcosa di profondamente personale in questa rappresentazione, che origina dal desiderio di vivere la vita in
maniera diversa. Ho voluto generare una visione che funga da promemoria per me stessa, volta a recuperare cose
importanti: compassione e gentilezza sopra tutto, accettazione, serenità, liturgia.”

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