Olga Hendel “Poesie Piatte”

Poesie Piatte è la prima personale romana di Olga Hendel. In mostra negli spazi de La Porta Blu Gallery, sono presentati trenta disegni stampati su piatti di ceramica. Si tratta di lavori che hanno accompagnato gli spostamenti per l’Europa che l’artista ha compiuto nel corso del 2016. “Pensieri malformati” li definisce lei stessa, perché nascono velocemente, su sketchbook, ispirati da un vissuto, e presentano un alto grado di concettualità e sintesi. La ricerca delle Poesie Piatte si è sviluppata durante i viaggi dell’artista, dando esito ad una sorta di diario, in cui l’immagine è tesa a risultare forte ed efficace, esattamente come in poesia. Spesso compaiono parole e piccoli richiami testuali, che completano e talvolta guidano la lettura del disegno. Le Poesie Piatte raggiungono la loro compiutezza sul piatto di ceramica, che grazie alla sua natura è in grado di estenderle nella vita quotidiana, senza relegarle alla dimensione del foglio. Olga Hendel, infatti, ha sempre trovato limitante lo spazio del foglio o della tela: ha svolto la sua ricerca su diversi supporti, tra cui il muro, e tende a disegnare su qualsiasi oggetto la ispiri. Su pannelli di legno nell’ambiente stesso de La Porta Blu, riproduce anche alcuni suoi disegni, in bianco su vernice di grafite. Già molto a suo agio con il grande formato, in Poesie Piatte si confronta felicemente con le dimensioni più piccole. La scelta del piatto poi, su cui nella consuetudine siamo abituati ad osservare interventi prevalentemente ornamentali, è significativa in Poesie Piatte, tanto più perché si tratta di disegni tutt’altro che decorativi. In mostra è anche presente 2016, un testo scritto dall’artista, che consiste in una lista di oggetti di consumo che la colpiscono per un motivo o per un altro: esso in qualche modo funge da raccordo tra il segno, l’espressione artistica, l’immaginario, e il piatto, di marca Ikea, prodotto in serie a fini commerciali, su cui Hendel ha scelto di stampare le sue poesie disegnate. L’elemento del “gioco” è sempre presente nei lavori dell’artista, che negli anni londinesi della formazione si è confrontata con l’attività della libera associazione di idee di stampo dada, realizzando un gioco da tavolo. La dimensione dell’infanzia le è cara: nel tempo si è ispirata ai cartoni animati Disney e al fumetto. L’estetica pop di questi ultimi è molto presente nei murales realizzati da Hendel in tempi meno recenti, e va gradualmente diminuendo nelle Poesie Piatte, in cui prevale l’ispirazione a Mirò e a Kandinskij, pur rimanendo in prevalenza un lavoro figurativo. Il gioco delle Poesie Piatte, esposto a La Porta Blu, è un gioco che l’artista ha eseguito con se stessa, raccontando la sua interiorità. L’osservatore e l’osservatrice vi vengono coinvolti, invitati a lanciarsi nelle più disparate interpretazioni.
Anna
Brancato